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11 ottobre 2008

titanic-sinking

Titanic

 

Proprio come il Titanic il capitalismo occidentale è andato a cozzare conto l’iceberg che aveva creato. Tutto il pericolo nascosto sotto il blu della nostra speranza,  quel rischio che doveva essere “calcolato”, ha affondato l’idea che dovevamo fidarci ciecamente dei meccanismi del mercato. Del capitalismo. Per ora guardiamo questo mastodontico transatlantico piegarsi su un lato e imbarcare l’acqua salata delle lacrime di chi ha investito i propri risparmi. Come il Titanic nella notte, tutto è illuminato dai media che cercano di spiegare come e perchè è successo, mentre l’orchestrina suona…

Presto saremo investiti dall’onda lunga e dal risucchio del vortice della nave che si inabissa. Pure se non abbiamo acquistato il biglietto per la crociera.

E a proposito di orchestrina che suona, per non “allarmare” i passeggeri o per tenere alto il morale dei prossimi naufraghi,  mi ha indignato sapere che i manager, di una delle banche salvate dai soldi degli americani l’AIG, se la spassavano in uno dei complessi vacanzieri più famosi della Florida.

O che la Barclays, un’altra delle banche collassate,  sul Lago Maggiore ha offerto sette giorni di  bagordi… sempre per i propri dirigenti e ai loro invitati. Costo di non so quanti centinaia di migliaia di dollari che risolleverebbero la Merloni per esempio.

I diretti responsabili del caos, questi irresponsabili delle stock options, le società finanziarie, le banche, gli intermediari, senza morale professionale se la spassano, e sembra di sentire la loro voce  rispondere:“è la finanza bellezza!”. Come il capo della Lehman all’audizione del Senato americano. Qualcuno gli ha chiesto: “Ma non si vergogna?”… Che domanda retorica. Ti insegnano che la cosa più importante al mondo sono i soldi, in qualsiasi modo vengano fatti, e poi gli fai queste domande?

E i controllori che non hanno controllato, i regolatori che non hanno regolato, gli antitrust che non hanno antitrastato, ma anche il FMI, la FED, la BCE , ( scrivo gli acronimi perchè questi enti inefficienti e incapaci, che non hanno svolto ciò per cui sono pagati, sono lontani dal paese reale, dal mondo, dai problemi veri e quindi rimangano solo sigle),  per non parlare della CONSOB che ha permesso l’uso di questi prodotti derivati. Ma dov’erano tutti questi ultramilionari capitalisti?

Mi rendo conto che siamo tutti diventati molto attenti al mondo dell’economia, e che ci informiamo cercando di capirci qualcosa, forse per non commettere più errori, ma ormai è tardi: il Titanic affonda.

Non ha funzionato il comunismo,  e che ne facciamo ora del capitalismo, quello tanto ben organizzato a Bretton Woods?

Ci sarà una terza via? Forse quella della Cina o dell’India? Quella del Sud Africa?

E mentre tutti sanno che la nave affonda, c’è chi per dare fiducia agli italiani, chiama i giornalisti fuori dalla discoteca per dimostrare che è giovane e forte (viaggi, divertimenti e tre ore di scopate), o va a destressarsi da Messegue, per trasmettere un messaggio neanche tanto subliminale: “Fate come me, divertitevi e comprate….. le azioni ENI.” Siate felici.

Solo che la maggior parte degli italiani è depressa, in tutti i sensi, e non riesce più a immedesimarsi in quelli che vede divertirsi a sparare cazzate  in TV.  Comincia a non fidarsi più del comandante della nave che rassicura che il transatlantico è a prova di naufragio.

Anche perchè il capo comincia a essere contraddittorio, indossa il giubbetto salvagente e cerca una scialuppa, che gli altri si arrangino: “intanto noi capitalisti ci ritroviamo a Bretton Woods… blocchiamo tutto, e voi aspettate…. che noi, che abbiamo combinato tutto sto casino, rifacciamo le nostre regole.

E  più la nave affonda, più la verità viene a galla.

E non riusciamo più ad avere fiducia in nessuno. Nemmeno della sinistra. Che per anni e anni ha continuato a dire che occorreva liberalizzare, luce, acqua, energia, le pri va ti za zzzzzioni … Riporto qui una citazione da Cugia: “ Chi si sarebbe fatto frate se San Francesco fosse rimasto figlio di papà? A quel punto avremmo tutti votato il papà. E’ quello che abbiamo fatto”. E adesso il Papa non ci faccia la predica, per favore, prima metta a disposizione dei poveri i fondi dello IOR, e ci dica dove era quando si votavano leggi a favore del falso in bilancio, o quando il FMI affamava i paesi del terzo mondo.

Colonna sonora Money Money degli Abba

11 commenti

  1. Dopotutto un sistema economico che arricchiva quelli già ricchi e affossava quelli già poveri, non è che sia da rimpiangere. Occhio però: spero di essere solo pessimista, ma temo che questa crisi non produrrà automaticamente la “morte del capitalismo”, esattamente come non la produsse la crisi del ’29.


  2. Un post fantastico sul serio!
    Ho poco da aggiungere dal momento che mi trovo d’accordo in tutto.
    L’unico pericolo che sembra si stia sottovalutando – secondo me – è che la fame è da sempre una cattiva consigliera e tutto potrebbe accadere.
    Ma, a noi, che ci frega! Abbiamo un presidente del consiglio promoter e lui si che ci sa consigliare tanto ma tanto bene:-)))
    Un abbraccio


  3. @tenda questo “mostro” economico, sarà rimpianto soltanto da chi voleva continuare ad arricchirsi cancellando il lavoro, il sindacato, affamando il sud del mondo, muovendo capitali e non producendo niente che serva al resto degli abitanti del mondo.Certo non sarà rimpianto da chi aspetta giustizia. Certo che non credo che sarà a breve termine la fine del capitalismo, ci saranno tante di quelle resistenze, ma… tenda, prima o poi dovranno capire che occorre fare un passo indietro, rivedere l’organizzazione economica e perciò sociale su questo pianeta, cominciare a rispettare il protocollo di Kioto, per esempio… Perchè che lo vogliano o no, siamo tutti sulla stessa barca: forse è arrivato il momento di cambiare gli alti ufficiali a comando della nave. Nocchieri compresi. E questo spetta a noi.
    @Laura, fa bene al cuore sapere che i pensieri solitari sono condivisi. Davvero credo che al di là della paura che blocca un pò tutti, essere in tanti a riflettere su quanto avvenuto, non potrà che darci la forza, tutti insieme, di reagire alla passività. Ciao e grazie della tua visita.


  4. Oggi mi sento un po’ luccicoso…

    glitter-graphics.com


  5. Mi pare che lo schema sia il medesimo della politica. Ed è uno schema talmente semplice – per non dir sempliciotto – che mi sembra quasi sciocco notarlo, eppure ora funziona così, non riesco a vederla diversamente: è come se nello sport gli arbitri perdessero tempo a stabili regole ed emolumenti, invece di giocar. Scollamento totale dalla realtà, delirio d’onnipotenza (ma alla maniera di bimbi di 5 anni, senza averne l’innocenza). Il guaio è che il punto di non ritorno è stato ampiamente superato, nessun servo della gleba si rivolterà mai a dovere.


  6. I commenti sono sempre graditi e nel mio caso “moderati” per precauzione. Chi ha un blog pubblico su internet non penso si ponga problemi di privacy, tanto più che è possibile farne uno anche privato ed a invito. Ti scrivo qui perché non è possibile inviare una mail se non sei iscritto a questa “associazione di blog” … ciao e complimenti per le tue pagine. guglielmo


  7. @GAMA????? mA GRAZIE!!!!

    @Todo benvenuto! Mai disperare, hai visto i ragazzi in piazza? Cose che non si vedevano da decenni….


  8. Ottimo post, veramente semplare ed icastico in alcuni passaggi.

    “Pure se non abbiamo acquistato il biglietto per la crociera.”
    In effetti, tutto è talmente correlato e concatenato al punto che nessuno puo restarne estraneo. Non perdiamo comunque la speranza, nonostante tutto, e cerchiamo di non assuefarci.


  9. @guglielmo grazie della visita e dei complimenti! In effeti ero un pò bloccata nel commentare i tuoi post… ti vengo a trovare presto.
    @mirco benvenuto. Il tuo commento è una bella sintesi, grazie.


  10. La foto è di Geppi. La mia (quasi) ex … il mondo è piccolo … non l’ho indicata come autrice perché so che non gradirebbe…non certo per vantarmi io di una foto non mia. Ho molti difetti ma non la meschinità…
    g.


  11. già, già…
    ora non resta che aspettare, e visto che finalmente l’iceberg del fallimento di certa economia è spuntato all’orizzonte, si fa presto a pensare che crollerà prima il sistema economico di quello ecologico…
    cosa sia meglio non so. dubbioso pure io. Stefano.
    grazie del passaggio.



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