La differenza
Non so come sia andata a finire il rapporto tra le medaglie d’oro vinte dagli uomini con quelle vinte dalle donne, so che in questi giorni olimpici non c’è stata differenza tra il valore delle donne e quella degli uomini, come invece avviene nella vita di tutti i giorni. L’equilibrio è stato rispettato sul podio. Come dovrebbe essere in politica, ai vertici delle aziende, nelle televisioni e sui giornali (finalmente un direttore di giornale donna, e speriamo non sia per normalizzare). Sarebbe più bello vivere in un mondo dove le competenze valgono più delle raccomandazioni; dove l’estro, l’intuizione, la passione, hanno il giusto riconoscimento. Non è così. Nella vita fuori dalle olimpiadi, le donne non hanno la possibilità di gareggiare in modo pulito. Non vince la migliore, la più dotata o prepaparata; non vince chi può contare su un lavoro duro e sui sacrifici, che se poi non vinci va bene lo stesso, perchè lo sai che chi ha vinto è più bravo di te; no, nella vita vera, vince che l’ha data al maiale di turno, o al politico che scambia il servizio per la società con il lunaparck del viagra. Alle olimpiadi se perdi, ricominci ad allenarti e speri e sogni e ti impegni perchè la prossima volta vada meglio, perchè sai che chi ha vinto è stato più bravo di te. Nella vita vera ti viene la depressione, perchè sai che vincono solo i furbi, quelli che hanno capito tutto e si adeguano ai potenti; vincono i mediocri che sanno dire sempre si, quelli che si umiliano, quelli che si vendono. Sarà per questo che le olimpiadi sono state quel cerchio, quei cinque cerchi magici, in cui ci siamo immersi per venti giorni, illusi che il mondo fosse davvero quello: il mondo del merito. Guardare Giuseppa vincere una medaglia a 44anni, e abbracciare i figli, che dicono che la loro mamma è un "mostro buono", ci ha fatto dimenticare come vengono trattate le donne nella nostra società, che se hai superato l’età della "bellezza dell’asino" e non sei palestrata e le rughe ti segnano il viso, perchè non ti passa per l’anticamera del cervello, andare a tirarti, o farti punturine gonfianti, che sei orgogliosa del tuo invecchiare; quando non sei più oggetto del desiderio maschile (e invidia femminile), finisci nell’ombra, almeno che come donna tu non abbia usato la tua "furbizia" ( parola meno volgare di quella vera, ma con dallo stesso contenuto), per raggiungere un posto di prestigio (che sia pure essere stata velina per poi essere pagata per farsi fotografare con il calciatore di turno); cosa rimane alle donne vere? Non rimane che illudersi per venti giorni che le olimpiadi rappresentino il mondo vero, e che non ci siano differenze tra uomini e donne, se non muscolari. E che il podio sia equamente diviso tra uomini e donne che hanno sacrificato, hanno talento, hanno volontà e si sono sottoposti a una prova, ad un esame. Poi le donne sono più abituate a soffrire, a impegnarsi, a investire tutto per poi non ricevere che briciole, sono abituate ad amare…per questo a Londra le donne vinceranno molte più medaglie degli uomini.
colonna sonora : We are the Champions; Queen